GIUSEPPE TORCHIO
Il nostro giornale ha come simbolo la scuola. Essa è la nostra casa ma viene resa “perfetta” dalla giunta comunale ed è per questo che dedichiamo un’infinita pagina ai nostri sindaci e assessori, le persone che migliorano il nostro paese.
Il primo ad essere intervistato è stato, ovviamente, il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio che, una mattina di inizi gennaio, quando teoricamente io avrei dovuto essere in vacanza, mi ha cortesemente regalato un'ora del suo tempo per rispondere ad alcune domande sulla sua scuola di ieri e sulla nostra scuola di oggi, su giovani e futuro...
Che tipo di alunno era?
“Vengo dalla campagna, in particolare da una normale cascina cremonese. C’era da fare della strada per andare a scuola e ovviamente non c’era il pulmino che mi accompagnava ma per fortuna a me piaceva andare a scuola e quindi la strada la facevo volentieri.”
“Purtroppo avevo un piccolo problema di emotività e quindi mi veniva il mal di pancia quando ero sottoposto a interrogazioni. Quando facevamo dei compiti in classe, visto che ero bravo, come altri due o tre, facevamo un baldacchino di carte assorbenti per evitare che gli altri alunni copiassero. Scrivevamo ancora con la carta inchiostro e se sbagliavamo noi sbagliavano in tanti!”
“Per me uscire della cascina, la quale era un mondo a parte che sembrava quasi un paese, era un modo per uscire e socializzare, stare insieme ad altre realtà, vivere l’amicizia con persone al di fuori di casa mia, era un passo verso la libertà. Infatti non c’erano grandi occasioni di aggregazione al tempo: l’unica era l’orario prolungato di scuola ed alcuni pomeriggi passati in classe.”
“Quei momenti sono stati anche fin troppo belli perché finendo le elementari (verso la scuola Secondaria di I grado) doveva nascere mio fratello: era una situazione nuova e difficoltosa per i miei genitori ed allora mi hanno messo in collegio. Mi sono sentito isolato. Si poteva tornare solo una volta al mese e d’inverno, con la neve, mio papà veniva a trovarmi la domenica. Lì, però, nonostante la difficoltà nell’adattarmi, ho trovato la disciplina e la freddezza.”
Cosa le ha insegnato, trasmesso la scuola del suo tempo?
“La scuola di allora non è confrontabile a quella di oggi: orientata al dovere e alla disciplina. Anche gli insegnanti erano particolarmente rigorosi e pretenziosi. All’epoca del Ginnasio, quando ero nel pieno dell’età adolescenziale, avevo il debito in tre discipline e di conseguenza dovevo recarmi fino a Casalmaggiore in bicicletta. Io avevo il brutto vizio di impegnarmi solo nell’ultimo quadrimestre e quindi ho imparato a mie spese come evitare di prendere sotto gamba i doveri e pensare solo allo svago, per quanto lo potesse essere! Nel contempo lavoravo anche da mio zio nei campi, per sostenere la famiglia. Per me era quella la vacanza.”
Cosa avrebbe voluto imparare dalla sua scuola?
“Ho sempre avuto dentro di me due anime conflittuali: la parte umanistica, in me molto forte, e quella scientifica, di cui sono quasi orfano. Mi sarebbe piaciuto approfondire anche la seconda visto che al Classico era poco nutrita ma avrei dovuto cambiare scuola e la cosa non era possibile a quei tempi. Nella scuola di oggi invidio l’impostazione interdisciplinare, sperimentale, capace di arricchire con nuovi percorsi entrambe le componenti. Adesso ci sono opportunità diverse: oggi la società così complessa richiede una scuola che non può più essere settoriale e chiusa come quella che ho frequentato io. L’inglese, che oggi parte già dalla scuola dell’infanzia, consente di diventare cittadini globali del mondo, accedere a saperi innovativi e ad una comunicazione che permette di interagire e di impadronirsi. Invidio anche l’approccio civico, etico, civile, della scuola di oggi.”
Visto il percorso che stiamo affrontando in classe, mi permetterei di aggiungere anche l'educazione ambientale...
“Sì. È vero.Noi abbiamo avuto la fortuna di vivere in un ambiente molto più pulito. Bevevamo, spesso, l’acqua del fosso, vicino ad una risorgiva. Oggi moriremmo quasi immediatamente. Anche la chimica in agricoltura era qualcosa di ancora lontano. Ormai, al giorno d’oggi, si sta arrivando ad un punto irreversibile del Pianeta. Adesso serve questa educazione ambientale; se non ci fosse gli Italiani di domani, cioè voi ragazzi, sarebbero impreparati al mondo esterno”
Ha mai avuto modo di leggere, consultare, visionare il nostro magazine? Se sì, cosa ne pensa?
“Certo! Penso che sia uno degli elementi di crescita della scuola e del territorio bozzolese, della personalità degli alunni e degli adulti che saranno in futuro. Colgo in esso un’apertura ai fatti della vita. Non è una bomboniera chiusa in se stessa. Colgo la forte apertura mentale che sta dietro, lo sforzo all’indagine e alla ricerca della notizia. Si parla di temi anche scottanti, complessi, alti. Non si ha paura di affrontare tematiche coraggiose.”
“Vedo i giovani in modo molto positivo, sono molto fiducioso in loro. A volte, però temo che quando finirà il periodo della scuola Secondaria di I grado, tutto quello che è stato seminato da insegnanti ed iniziative varie possa essere spazzato via, nonostante il numeroso impegno. Il pericolo fondamentale, con il passaggio da Bozzolo a Mantova, Cremona, Casalmaggiore, è che tutto si disperda nel nulla.”
In particolare, qual è tra le tante iniziative e politiche messe in atto dalla Sua amministrazione per i giovani, la scuola, l’istruzione, quella di cui va più fiero?
“La cosa di cui vado più fiero è l’avere messo a norma le nostre scuole: a livello antisismico, impianti di risaldamento, palestre, dotazione didattica... Ma sono tante le iniziative che il Comune ha pianificato e progettato per voi giovani. Non ultima è la distribuzione delle borracce da riempire, date a tutti gli alunni per combattere l’eccesso di plastica e per cambiare in modo migliore il vostro “futuro” pianeta.”
“Mi rammarico invece della difficoltà di creare posti di lavoro in tutta Italia e non solo ma la situazione oggi non è facile: la scuola ha un ruolo centrale per dare competitività e comprensione di queste difficoltà. Noi, appunto, stiamo lavorando per sostenere con opere pubbliche e con nuove strutture una spinta occupazionale positiva. Perché andare all’estero?!? ”
Qual è il prossimo progetto/obiettivo che spera di realizzare a breve per i giovani del suo paese?
“Piccola ma grande iniziativa è quella del servizio civile, con giovani impegnati a mettersi in gioco per la comunità, anche per la scuola. Ragazze e ragazzi a disposizione, dove poter mettere in campo quanto studiato, appreso ma anche dove imparare aspetti di vita civile che magari non sentivano “loro”.
Tra vent’anni la mia generazione sarà adulta.
Come vede il suo paese in prospettiva?
Quali saranno secondo lei le emergenze e come si sarà evoluta la società?
“In prospettiva, se gli insegnamenti ricevuti dalla vostra scuola saranno messi in pratica, vedo Bozzolo più ricca e serena, più ecologica, più consapevole. Sono molto fiducioso. Vi è stato insegnato a partecipare attivamente, ad esserci, a prendere parte alla vostra vita in modo concreto.
Siete voi il FUTURO!”
Martina Bettoni
III A BOZZOLO