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IN RICORDO DELLA MIA AMICA NELDA

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Per mia fortuna non sono mai stata oggetto a forme di bullismo ma c’è stato un episodio della mia vita che mi ha fatto soffrire molto, la perdita della mia amica Nelda.

Mi ricordo benissimo, ero in prima elementare, avevo appena finito danza e con Alessia ero andata al parchetto.

Tutti parlavano di una bambina che era stata investita e portata in ospedale con l’elicottero.

Quando ho scoperto che era Nelda ci sono rimasta malissimo, mi sentivo ferita e volevo aiutarla ma non sapevo come.

Alla sera io e Alessia, una mia mica, eravamo andate con le nostre mamme a pregare in chiesa perché Nelda stava molto male.

In quel momento mi sono sentita come inutile, persa, e non mi restava che pregare.

Tornata a casa da scuola c’erano i miei genitori che piangevano e da lì avevo capito che era successo qualcosa di brutto, che non avrei più rivisto Nelda.

Dentro di me sentivo come una rosa appassire, morire.

Quando sono andata a farle visita continuavo a piangere e sua mamma mi ha messo sulle sue gambe dicendomi di non piangere ma di sorridere perché è così che Nelda mi avrebbe voluto vedere.

Grazie alle sue parole mi sono sentita meglio.

Il giorno più brutto è stato quello del funerale, credo non lo dimenticherò mai.

Ricordo la bara bianca, i tanti fiori e tanta gente che piangeva compresa io e ho capito di non essere stata l’unica ad aver perso una persona importante.

Vado spesso al cimitero e ogni volta che entro mi ricordo i momenti belli passati insieme e glieli racconto sul quaderno che c’è vicino alla tomba così è come averla sempre al mio fianco.

Emily Plebani

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