UN INCONTRO SPECIALE CON PADRE VITTORIO
Nel mondo esistono persone meno fortunate di noi come i bambini che vivono in sierra Leone. Grazie a Padre Vittorio ho scoperto che cosa fanno e come vivono.
La scuola per i bambini in Sierra Leone è molto bella, ma anche molto costosa. Nei piccoli villaggi dove non c’è la scuola per imparare tante cose, le maestre fanno sedere i bambini sotto gli alberi di mango e li fanno scrivere con un bastoncino sulla terra. Nei villaggi più grandi ci sono le scuole dove si usano le matite insieme alle biro ed ai fogli. Ogni mattina i maestri incaricano uno scolaro di suonare il tamburo in un certo modo per richiamare i suoi compagni a scuola.
Alcune famiglie sono povere e non riescono a mandare i loro figli a scuola ad imparare.
I bambini che lavorano, quando possono, si nascondono dietro la finestra dell’aula e ascoltano la maestra che spiega. Imparano qualcosa in questo modo.
Una bambina senza papà aiutava la mamma cieca a raccogliere nella foresta le cortecce medicinali degli alberi. Le vendevano per sopravvivere. Padre Vittorio ha dato a quella mamma i soldi per mandare la sua bambina a scuola.
I bambini in Sierra Leone costruiscono le macchinine con i pezzi dei barattoli delle sardine ,con le batterie di legno al posto delle ruote. Le trascinano con una corda. A tutti i bambini piace giocare a calcio. Padre Vittorio ci ha raccontato che una famiglia italiana ha regalato ai bambini della missione le scarpe da ginnastica. Le hanno indossate durante una partita di calcio. Alla fine del primo tempo la squadra di Padre Vittorio perdeva 2-0. I bambini davano la colpa alle scarpe perché stavano perdendo. Quando le hanno tolte hanno vinto 4-2.
Le bambine non possono usare le biciclette, i bambini si. E’ una regola della loro cultura. Padre Vittorio per fortuna ha le biciclette per tutti, anche per le bambine.
In Sierra Leone i bambini mangiano solo alla sera. Il cibo costa tanto. Mangiano ogni giorno un bicchiere di riso cotto con diversi condimenti. L’acqua è contaminata da germi e quindi la devono bollire per renderla potabile. Le bambine vanno a cercare l’acqua anche a due, tre chilometri di distanza dal villaggio. E’ un loro compito.
Padre Vittorio ci ha raccontato un fatto successo nel villaggio dove vive.
Una sera un pitone è entrato nella stalla di una famiglia attraverso un buco nella rete. Ha spaventato le mucche e ne ha ucciso una. La sera dopo è entrato ancora in quella stalla e ne ha ucciso un’altra. Quel papà era disperato. Il suo bambino ha visto dove passava il serpente. Ha preparato un cappio. Lo ha catturato la terza sera. In famiglia tutti erano molto contenti. Il serpente è stato mangiato. La pelle l’hanno regalata a Padre Vittorio. Nel villaggio hanno premiato il bambino coraggioso con un piatto di riso e gli hanno regalato dei sandali di plastica.
I bambini sanno come catturare i serpenti nella foresta per avere del cibo. Un giorno hanno visto un serpente che aveva appena inghiottito una pecora. Dall’alto di un albero hanno osservato quel serpente mentre faceva sette giri intorno a lui per vedere se c’era una formica. Quando ha visto che non c’erano pericoli si è fermato per digerire la preda. Quei bambini lo hanno ucciso.
Padre Vittorio ci ha raccontato che in Sierra Leone c’è una pietra chiamata black stone che fa guarire chi ha ricevuto il morso di un serpente velenoso. E’ una pietra nera preparata con un osso di mucca cotto nella sabbia per 24 ore.
Per curare le punture degli scorpioni usano del cotone imbevuto di acqua. Lo mettono nell’orecchio opposto alla parte malata.
In Sierra Leone i bambini possono diventare dei soldati. Non lo decidono loro. I bambini soldato mangiano un bicchiere di mais al giorno. Padre Vittorio è riuscito a liberare dei bambini di un esercito con un pallone. Quando li ha incontrati ha avuto il permesso dai comandanti di farli giocare a calcio. Li ha fatti divertire e intanto si faceva dire chi erano i loro genitori e dove abitavano. Con tanta pazienza li ha fatti scappare. Duecentocinquanta bambini sono tornati nelle loro famiglie.
Una bambina è riuscita a scappare perché un capo dei soldati l’ha lasciata andare. Quando la bambina è tornata a casa la mamma le ha lavato i piedi e poi ha bevuto la stessa acqua. E’ stato un gesto per dimostrare il suo amore per la figlia.
Secondo me noi tutti dobbiamo aiutare i bambini poveri e in difficoltà per farli vivere meglio. Quando diciamo che il nostro cibo “ fa schifo” diamo una sberla ai bambini della Sierra Leone.
Noi non dobbiamo sprecare niente.
L’incontro con Padre Vittorio è stato un “ incontro speciale”.
Ci ha fatto riflettere molto.
Tommaso Nardi
Classe IVA
Scuola Primaria di Bozzolo