UN CHICCO DI RISO PER NON DIMENTICARE
INDIFFERENZA. Questa parola ci fa riflettere.
Una persona indifferente è qualcuno che non ha un’opinione o ha paura di dirla. Essere indifferenti a volte è ritenuto positivo. Ma non è così! Essere indifferenti è un po’ come disinteressarti se un tuo amico si fa male. Nessuno lo farebbe. Però ci sono state, e ci sono ancora, situazioni diverse. Basta pensare ai diritti negati ai bambini, questo è essere indifferenti, non preoccuparsi di ciò che succede. Ecco quindi che si arriva a parlare di un fenomeno che ha cambiato la storia del mondo. Nessuno ora penserebbe a delle razze, dico bene?
E invece nel mondo del 1940 accadeva proprio questo. Durante la seconda guerra mondiale, o meglio la guerra dello sterminio, vennero uccisi oltre 6 milioni di ebrei oltre che a oppositori politici, rom e tante altre persone che si sono opposte al regime del tempo. Questo argomento è molto discusso ancora oggi e in tutte le scuole di adesso si ricordano tutte queste persone morte ingiustamente. Pensiamo tutti che sia impossibile che tutto questo possa riaccadere… ma ne siamo veramente sicuri? Direi di no! Infatti anche ai giorni nostri si fanno differenze per il colore della pelle, per la religione o più semplicemente per il fatto che una persona è ricca e una è povera. Questo è successo a Roma nemmeno una settimana fa, quando i ragazzi di una scuola romana sono stati classificati in base al criterio del ricco e del povero. Una cosa che ci deve molto far riflettere. È giusta questa cosa? Ovviamente no. E ci sono dei modi anche per evitare che questo accada. Ma come si può fare? Semplice; bisogna ricordare (attraverso il giorno della memoria), guardare cosa succede oggi e informarsi stando attenti però alle FAKE NEWS!!! Il mondo di oggi mette a contatto noi giovani con un mondo che ci nutre di informazioni, ma non tutte sono vere ed è per questo che bisognerebbe sempre informarsi su quello di cui si parla e bisogna cercare di capire. Solo questo è l’antidoto che ci permette di non ripetere.
Noi classi terze della Scuola Secondaria di Bozzolo, il giorno 17 gennaio 2020, abbiamo assistito ad una lettura animata di libri che riguardavano il tema dello sterminio e della Seconda Guerra Mondiale a cura di Laura Torelli. È stata un’esperienza che veramente mi ha fatto riflettere. Perché è accaduto? Come è accaduto? Ma soprattutto, dov’era l’uomo? Siamo solo noi, o meglio, la generazione dei nostri bisnonni la causa. Sono stati INDIFFERENTI… vedete come questa parola rimbalza da una parte all’altra del testo? Ecco questo succede perché, come ci dicono sempre le professoresse, è una parola chiave, quella che ti fa capire tutto del testo che leggi, che sia un problema matematico o una fonte scritta piuttosto che un brano di antologia.
Abbiamo fatto varie letture e visto vari filmati come ad esempio:
“La partita della morte” che racconta la storia della squadra del Kiev che è stata uccisa soltanto perché ha vinto una partita di calcio anche se i giocatori tedeschi avevano ordinato: “dovete perdere o morirete” nessuno adesso lo urlerebbe perché non sono queste le regole. Ecco questo ci fa capire anche perché è successo tutto questo. Perché le persone stavano dalla parte del più forte avendo paura ad andare contro a qualcuno più potente di loro.
Abbiamo ascoltato un brano tratto da “Un sacchetto di biglie” di Joseph Joffo che racconta la sua storia in quanto ebreo raccontando che un giorno mentre era a scuola un ragazzino, che fino al giorno prima era suo amico, vede la stella gialla cucita sul cappotto e accusa lui e tutti gli ebrei di essere i responsabili della guerra, anche se di fatto non lo erano. Ma allora perché lo hanno accusato ingiustamente? A quel tempo, come anche oggi, si cercava un colpevole a quello che stava succedendo e non riuscendo a capirlo e anche un po' all’ignoranza del tempo, si davano delle colpe a persone che non le avevano, come è successo agli ebrei. Ma non potevano chiedere aiuto al governo? Ecco, questo è il punto. Agli ebrei veniva tolta la cittadinanza, così che nessuno potesse difenderli dalla loro “colpa”. Gli ebrei erano un po’ come i migranti di oggi, volevano fuggire per scappare alla loro fine. Spesso erano però anche rifiutati dagli stati neutrali. Ne è un esempio Liliana Segre, senatrice a vita, che arrivò in Svizzera per sopravvivere ma venne rimandata indietro.
Ci è stato consegnato un chicco di riso. Ma che cosa rappresenta? Ogni chicco rappresenta un ebreo ucciso da un suo “fratello”. 6 milioni di ebrei corrispondono a circa 300 kili di riso. Una cifra esorbitante se pensiamo a quanti chicchi ci siano in una confezione da solo 1 chilo.
Ma oltre a persone cattive ci sono anche persone “giuste” cioè i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista.
Per ricordare le vittime, si possono installare delle PIETRE D’INCIAMPO per ricordare un ebreo o un giusto che magari ha abitato in una determinata via di una città, per esempio a Mantova ne sono state poste quattro in onore della famiglia Levi,famiglia ebrea che risiedeva a Mantova e che è stata denunciata da vicini di casa.
Bisogna RICORDARE PER NON RIPETERE E INFORMARSI PER RICORDARE! Non dimenticatelo mai.
Gloria Lanfranchi
III A Bozzolo